[Lezionario del Vangelo, in greco]
Lingua
greco antico (fino al 1453)
Tipo documento
Manoscritto
Titolo
[Lezionario del Vangelo, in greco]
Descrizione fisica
I, 315, II' carte : Membr. ; mm 365 x 303 (c. 58r; le dimensioni delle carte variano da un minimo di 362 x 288 mm a un massimo di 365 x 307mm)
Note generali
Lezionario del Vangelo, in greco, cc. 2r-273v Lezioni per le feste fisse (Pasqua - Sabato Santo), cc. 274r-310v Lezioni per le feste mobili (1 settembre - 31 agosto), cc. 310v-315r Lezioni per le ore mattutine, cc. 315rv Lezioni per ricorrenze non definite
Note di provenienza
Il Lezionario bizantino giunse a Siena nel 1359 insieme alle reliquie provenienti dal tesoro imperiale di Costantinopoli. Con atto rogato a Venezia il 28 maggio il mercante Pietro Torrigiani “donava” allo Spedale di Santa Maria della Scala il Lezionario e un corposo gruppo di reliquie, valutati 3000 fiorini d’oro, in cambio di un vitalizio e l’usufrutto o la disponibilità di una casa. Nel 1786 per disposizione del granduca Pietro Leopoldo il manoscritto passò alla Biblioteca comunale degli Intronati di Siena. Nell'atto il codice è descritto come segue: “Unum librum evangeliorum in lingua greca fulcitum auro e argento cum smaltis” così è descritto il Lezionario bizantino nell'atto di “donazione”.
Note all'esemplare
Numerazione a matita. Fascicolazione: 1(9); 2-6(8); 7(9); 8-15(8); 16(3); 17-27(8); 28(5); 29-31(8); 32(7); 33-40(8); 41(2) Fascicolazione: I fascicoli 1, 7, 16, 28 sono irregolari per aggiunta di una carta. Le carte aggiunte coincidono con quelle contenenti le immagini dei quattro evangelisti. E' visibile la segnatura a registro numerica, collocata sul recto della prima carta del fascicolo, posizionata sul lato sinistro. I fascicoli iniziano con il lato carne; è rispettata la regola di Gregory. Rigatura eseguita a secco; non sono presenti i fori guida usati per tracciare le righe marginali orizzontali e le rettrici per via della rifilatura delle carte; solo sul margine inferiore sono visibili, anche se in maniera irregolare, i fori guida utilizzati per tracciare le righe di giustificazione verticali. Specchio di scrittura: 2/15/9/25 [248] 24/9/20/13 x 33/9 [85 (27) 85] 9/23/8/20/4 (c. 58r). Il testo è disposto su due colonne, normalmente su 23 righe. Scrittura: Perlschrift. Le cc. 50-90 sembrerebbero attribuibili a una seconda mano: la scrittura è, lievemente più inclinata e di modulo minore rispetto alla prima mano, eseguita con una punta tonda più rigida e meno fine, aumentandone la pesantezza dei tratti. Decorazione: Quattro miniature a piena pagina raffiguranti gli evangelisti, introducono ciascuna delle quattro partizioni principali del testo. Giovanni (c. 1v), Matteo (c. 50v), Luca (c. 125v), Marco (c. 218v) campeggiano su fondo oro, seduti dinanzi allo scrittoio su cui sono posti in evidenza gli strumenti di lavoro, introducendo ciascun Vangelo. I Vangeli si aprono con testate (cc. 2r, 51r, 126r, 219r) caratterizzate da ornamentazioni vegetali o animali nei tradizionali colori blu, verde, rosso, oro, con sottolineature bianche. Anche i galloni decorativi in testata o in chiusura usano gli stessi colori e motivi (es. cc. 244r, 310v). Mara Bonfioli rileva come le miniature degli evangelisti siano state incluse nel testo al momento della sua decorazione, come è attestato dallo scarico dei colori della c. 219r sulla c. 218v. Ogni lezione è introdotta da una iniziale miniata: possono essere semplici con elementi stilizzati in oro (cc. 2r, 6r e altrove), oppure più complesse, decorate con elementi vegetali, antropomorfi e zoomorfi (cc. 2r, 3v, 5v, 6v, 15v, 20r, 47v, 62r, 87v, 192v, 252v, 283v, 288r, e altrove). Per le miniature degli evangelisti, gli studiosi hanno riscontrato assonanze stilistiche e iconografiche con quelle presenti nel codice Marciano gr. I 53 e nel codice Coislin 224 (in questo caso in particolare per la miniatura di Luca), conservati presso la Biblioteca Marciana (Venezia) e presso la Biblioteca Nazionale di Francia (Parigi). I riscontri con modelli macedoni rilevati da Furlan per gli evangelisti del Marciano gr. I 53, sono stati constatati anche per gli evangelisti del nostro Lezionario. In generale si ritiene che l'apparato decorativo sia stato eseguito in un atelier monastico attivo a Costantinopoli, ma non ancora identificato. Per la sua datazione gli storici sono orientati per il periodo a partire dal terzo quarto del sec. XI, escludendo il sec. XII, concordando quindi con l'indagine paleografica e codicologica per l'esecuzione della manifattura del codice (cfr. Bonfioli, Sulla decorazione, passim). La legatura è costituita da due antiche assi lignee a cui sono fissati i fascicoli mediante la tecnica del grecaggio; del dorso rimane l'indorsatura in tela. I tre fermagli in argento dorato sul taglio anteriore sono moderni (sec. XIX). La copertura dei piatti è in argento dorato con ornamentazione a sbalzo costituita da motivi a volute di racemi e viticci; sui piatti sono fissati 52 smalti cloisonné; il dorso è decorato con quattro placche rotonde trattenute da una catenella. Tra le varie ipotesi di datazione della decorazione della copertura, quella ritenuta più attendibile è riferibile a Hetherington (sec. XIII.2-XIV in.), condivisa da Batignani che ne ritiene probabile la sua esecuzione a Venezia, dove il codice sarebbe pervenuto a seguito della quarta crociata (1204). Gli studiosi hanno riscontrato lo stesso sistema di decorazione del dorso con placche trattenute da catenelle (in questo caso quadrate) sulla legatura (sec. XIV) del ms. Marciano gr. I.55 conservato nella Biblioteca Marciana. Per il nostro codice, si ritiene che le placche che decorano la copertura siano di riutilizzo e di epoche diverse, databili nel periodo tra la fine del sec. X e il sec. XIII, attribuite dagli studiosi a una bottega veneziana che si sarebbe occupata della decorazione a racemi e della disposizione delle placche di smalto, quasi tutte, con minor probabilità una parte di quelle del dorso, provenienti da Costantinopoli (cfr. Batignani, in L'oro di Siena. Il Tesoro di Santa Maria della Scala, a cura di L. Bellosi, Milano, Skira ed., 1996, pp. 90 ss.).
Bibliografia
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Livello del manoscritto
descrizione esterna