Antiphonarium (Comunella de santi)
Lingua
latino
Tipo documento
Manoscritto
Titolo
Antiphonarium (Comunella de santi)
Responsabilita' secondaria
[Miniatore] Giovanni : di Paolo, [Finanziatore] Tolomei Bartolomeo, [Finanziatore] Buonsignori Girolamo
Possessori e provenienza
Eremo di San Salvatore O.E.S.A. Lecceto
Data
[1439-1442]
Descrizione fisica
I, 213 carte : Membr. ; mm 594 x 405 (c. 10)
Note generali
Antiphonarium (Comunella de' santi), cc. 1r-162r Commune sanctorum et proprium, cc. 162r-178r Officium defunctorum. Titolo attestato: Incipit offitium pro defunctis, cc. 178v In sancto Iohanni ante portas latinas, cc. 179r-v O crux splendior, cc. 180r-213r Antiphonae quaedam. | Si tratta di un'aggiunta del 1712, contenente antifone per varie feste.
Note di provenienza
Il manoscritto proviene dall'eremo agostiniano di S. Salvatore a Lecceto, come attesta la presenza a c. 4r del blasone di Lecceto, trasferito in Biblioteca nel 1811. L'Antifonario, ricordato nelle fonti documentarie come "Comunella de Santi", dalla prima e più ampia partizione testuale cioè il "Commune sanctorum et proprium", fu miniato nel 1442, secondo la critica più recente, durante i priorati di Bartolomeo Tolomei (1439-1442) e di Girolamo Buonsignori (dal 1442), inserendosi in un vasto programma di attività artistiche all'interno dello stesso eremo, che in quegli anni (formalmente nel 1446 con una bolla di Papa Eugenio IV che concedeva a Lecceto l'indipendenza dal vicario generale) era stato posto a capo di una vasta rete di eremi. A tal proposito è stata messa in luce la particolarità dell'iconografia che, in stretto rapporto con il contenuto liturgico, denota un programma preciso, ideato appositamente per la specifica comunità leccetana (cfr. bibl.). Sul piatto anteriore l'antica segnatura: "N".
Note all'esemplare
La datazione del manoscritto è tratta da Vailati Schoenbur, Libreria di Lecceto, 1990, p. 383; l'anno 1442 più precisamente si riferisce all'epoca di realizzazione delle miniature. Cartulazione antica a penna, corretta recentemente a matita da c. 33. Fascicolazione: 1-12(8); 13(4); 14-22(8); 23(7); 24-28(4); 29(2); 30(4); 31(2); 32(4); 33(2); segnature in numeri romani ai primi quattro fascicoli; inizio fascicolo lato carne. Impaginazione: 40 [436] 118 x 39 [270] 96 - rr. 36/ll. 6 - 6 tetr. Notazione musicale: notazione quadrata nera su tetragrammi in rosso. Decorazione: A c. 162r raffigurazione del "Trionfo della morte"; iniziali istoriate (cc. 1r, 4r, 18v, 25r, 40r, 44v, 47r, 62v, 70v, 85v, 96r, 118r, 118v, 149r, 156v, 160r, 161r, 162v); iniziali ornate; iniziali filigranate; rubricato. Gran parte delle iniziali istoriate e decorate, insieme al "Trionfo della Morte", in corrispondenza dell'ufficio dei defunti, sono attribuite a Giovanni di Paolo. L'artista in questo codice valorizza le sue straordinarie capacità nella resa delle scene narrative. Di mano diversa altre miniature, in particolare la "Venuta di Dio nel mondo" a c. 151r, la "Natività" a c. 158v, la "Madonna col Bambino in trono assunta in cielo" a c. 162r, e infine l' "Incoronazione della Vergine" a c. 163r, sono opera di un altro miniatore, ritenute da Ciardi eseguite intorno al 1455-1460, un raffinato maestro per il quale è stata variamente proposta l'appartenenza alla cultura figurativa senese (avanzando i nomi di Priamo della Quercia o di Domenico di Bartolo), umbra o padana (cfr. bibl.). Legatura moderna in cuoio su assi, con borchie, cantonali e chiodi. Parzialmente slegato con danneggiamenti all'apparato decorativo.
Bibliografia
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Collocazione
G.I.8
Livello del manoscritto
descrizione esterna