Carmen de profectione Magorum / Gabriel Volaterranus
Lingua
latino
Tipo documento
Manoscritto
Titolo
Carmen de profectione Magorum / Gabriel Volaterranus
Responsabilita' principale
Zacchi, Gabriello : da Volterra <m. 1467>
Responsabilita' secondaria
[Dedicatario] Testa Piccolomini Tommaso, [Miniatore] Giovacchino : de Gigantibus
Data
[post 1460]
Descrizione fisica
V, 13 (131-143), III' carte : Membr. ; mm 206 x 137
Note generali
L'autore dell'opera è probabilmente identificabile con Gabriello Zacchi da Volterra, arciprete della cattedrale di Volterra, morto nel 1467 (Anton Filippo Giachi, Saggio di ricerche sopra lo stato antico e moderno di Volterra ..., Pietro Allegrini alla Croce Rossa, Firenze, 1786, p. 155)., cc. 132r-143v Gabriel Volaterranus [Gabriele Zacchi da Volterra], Carmen de profectione Magorum. Inc.: Musa mihi memora raptos cur ab ubere matrum. | A c. 132r, la rubrica: "Gabrielis Volaterrani De profectione Magorum adorare Christum et de innocentibus interfectis ab Herode domino Thome Picolomino affini honoratissimo carmen incipit"; seguono due versi di dedica: "Quod tibi composui, Thomas, hoc accipe carmen | summi pontificis secretus ad intima custos"; l'opera è dedicata a Tommaso del Testa Piccolomini, cameriere segreto di Pio II.
Note di provenienza
Il manoscritto è la quarta delle cinque unità codicologiche che costituivano il manoscritto composito di natura fattizia ms. H.VI.31, tutte assemblate entro una legatura su assi ricoperte in pelle impressa. Le cinque sezioni di varia provenienza ed epoca, diverse fra loro anche per tipologia grafica e formato, sono state restaurate e rilegate autonomamente nel 2021. La precedente coperta è conservata separatamente insieme alla relative carte di guardia, di cui la terza reca un indice del contenuto di mano del bibliotecario Lorenzo Ilari (sec. XIX). A c. 132r, inserito nella decorazione, lo stemma del Testa Piccolomini.
Note all'esemplare
La presenza nella decorazione a c. 132r dello stemma del Testa Piccolomini con l'aquila imperiale in capo, permette di considerare il 1460 come termine post quem per la datazione dell'opuscolo. Numerazione recente a matita (129-143), estesa alle carte di guardia originarie segnate 129-130; queste sono precedute da tre carte di guardia cartacee di restauro; sono inoltre presenti tre guardie di restauro finali (2021). Fascicolazione: 1(13); La carta iniziale (segnata 131), bianca con funzione di guardia, appartiene al fascicolo; inizio fascicolo lato carne. Impaginazione: 23 [133] 50 x 22 [75] 40 - rr. 0/ll. 22 Scrittura: Littera antiqua. Decorazione: Iniziale in oro a bianchi girari con ricco fregio nei margini interno e inferiore comprensivo di stemma (c. 132r); rubricato. La miniatura è stata attribuita da Ruysschaert a Gioacchino de Gigantibus, attivo negli anni Sessanta del sec. XV nella cerchia di Pio II (cfr. Pezzo, in Bibliotheca selecta, Siena, 2014). Legatura restauro su assi rivestite di cuoio (2021); taglio dorato.
Bibliografia
Iacometti, Manoscritti, 1921 ; 219-223 ; Kristeller, Iter, 1992 ; II, 154 ; Ruysschaert, Miniaturistes,1968 ; 268 ; Pezzo, in Bibliotheca, 2014 ; 13
Collocazione
H.VI.31[4]
Livello del manoscritto
descrizione esterna