Tipo documento
Manoscritto
Responsabilita' secondaria
[Miniatore] Vrelant Willem
Possessori e provenienza
Ferry : de Cluny vescovo, Jean Monissart vescovo, Opera del Duomo Siena
Descrizione fisica
III, 418, I' carte : Membr. ; mm 303 x 228 (c. 40r)
Note generali
Missale. Titolo attestato: Missale secundum consuetudinem Curie romane, cc. 1r-6v Kalendarium, cc. 8ra-13va Ordo missae, cc. 17ra-166vb Proprium de tempore (dominica I adventus-sabbato sancto), cc. 169r-182v Praefationes, cc. 183r-190v Ordinarium missae, cc. 191r-193r Gloria, Credo, cc. 195ra-259vb Proprium de tempore (dominica resurrectionis-dominica XXIV post pentecostes), cc. 260ra-332vb Proprium sanctorum (s. Andreas - s. Catharina), cc. 333ra-401vb Commune sanctorum. Missae votivae, cc. 402ra-410vb Hymni, cc. 411r-412va Ordo ad faciendum aquam benedictam, cc. 412vb-414vb Missa nupciarum introitus, cc. 415ra-417vb Rubricae generales
Note di provenienza
Il manoscritto appartenne alla biblioteca di Ferry de Cluny, vescovo di Tournai, poi cardinale, oltre che raffinato collezionista, come attesta la presenza su quasi tutte le carte decorate del suo stemma (d'azzurro a due chiavi d'oro, appoggiato a un pastorale d'oro fiancheggiato da due cartigli recanti il motto "Bonne Pensée"). L'opera fu commissionata probabilmente durante gli anni dell'arcivescovato, dal 1473 al 1483: una miniatura a piena pagina, a c. 16v, mostra infatti un vescovo inginocchiato davanti alla Madonna col Bambino, evidentemente il ritratto del committente; sulla carta compare ancora il suo stemma insieme a quello dell'arcivescovado di Tournai (d'azzurro seminato di gigli d'oro con una torre d'argento merlata dalla quale escono due pastorali rossi). Alla morte di Ferry de Clugny, avvenuta a Roma nel 1483, l'esemplare appartenne al vescovo Jean Monissart (m. 1484) che gli successe nella sede di Tournay. Le modalità di arrivo del codice a Siena non sono chiarite anche se Auguste Castan, informato in proposito dal bibliotecario Fortunato Donati, riferiva nel 1881, che nel secolo precedente il manoscritto si trovava in biblioteca con gli altri codici già appartenuti a Pio II e ad altri Piccolomini. Il manoscritto è forse identificabile al lemma n. 69 dell'inventario dei manoscritti provenienti dall'Opera del Duomo di Siena, redatto nel 1761 da Giuseppe Ciaccheri (trascr. in Klange Addabbo, Inventari, 215-221) e, probabilmente, è identificabile in Ciaccheri, Indice, II, sotto la segnatura XXX.A.13 (ms. Z.I.16, cc. 230v-231v). Il contropiatto anteriore reca l'antica segnatura che contrassegna i codici provenienti dall'Opera del Duomo "G rad.III n. 5"(sec. XVIII) e l'annotazione della consistenza del codice da parte di Lorenzo Ilari.
Note all'esemplare
Per la datazione del manoscritto si fa riferimento agli anni dell'arcivescovado di Ferry de Clugny, durante i quali si presume che abbia commissionato il codice. Numerazione recente a matita; le cc. 17-418 recano, al centro del margine superiore, la numerazione (1-402), in numeri romani e inchiostro rosso, originale. Fascicolazione: 1(6); 2(10); 3-22(8); 23(6); 24(8); 25(4); 26-53(8); inizio fascicolo lato carne Richiami orizzontali Impaginazione: 35 [193] 75 x 30 [62 (17) 62] 57 - rr. 28/ll. 27 (c. 51r, variabili) Rigatura eseguita a inchiostro con regime di foratura completo Scrittura: littera textualis Decorazione: A c. 16v pagina illustrata; cornici riccamente decorate alle cc. 1-6; numerose carte recano cornici decorate a fogliami; vignette (cc.17r, 29v, 36v, 37v, 195r, 211r, 215v, 224v, 225, 260r, 271r, 277r, 288v, 292v, 308v, 315v, 328v, 333r) accompagnate nella parte sottostante da iniziali ornate o figurate; iniziale istoriata (c. 183r); iniziali decorate alternativamente su fondo bordeaux, blu e oro; iniziali filigranate alternativamente blu e oro; rubricato. Le numerose miniature che decorano il codice sono state attribuite alla scuola fiamminga, dapprima a Simon Marmion e, successivamente, a Wilelm Vrelant, uno dei più prolifici illustratori di libri di Bruges, dove svolse la sua attività dalla metà del sec. XV fino alla morte (1481), noto soprattutto per la sua opera per la corte di Borgogna. Legatura antica in assi rivestite di velluto; borchie, cantonali, rosone centrale.
Bibliografia
Ilari, Indice, 1849 ; V, 73 ; Castan, Missel, 1881 ; passim ; Winkler, Studien, 1915 ; 331 ; Winkler, Flamische Buchmalerei, 1925 ; 71, 99 ; Ruysschaert, Miniaturistes, 1968 ; Hoffman, Simon Marmion, 1969 ; 245 ; Ruysschaert, Bibliothèque, 1971 ; 141 ; Garosi, Inventario della Biblioteca di Siena, 2002 ; I, 30-32 ; Bousmanne, Willelm Vrelant, 1997 ; 204 nr. 16 ; Pezzo, in Bibliotheca selecta, 2014 ; 38-39 ; Mecacci, I tranelli, 2020 ; 201 ; Mecacci, I Manoscritti dell'Opera, 2021 ; 141, 149
Livello del manoscritto
descrizione esterna