Tipo documento
Manoscritto
Responsabilita' secondaria
[Copista] Grazia : di San Donato <canonico>
Possessori e provenienza
Opera del Duomo Siena
Descrizione fisica
IV, 300, V' carte : Membr. ; mm 425 x 288
Note generali
1. Antiphonarium (Pars hiemalis), cc. 1r-139v Proprium de tempore (Dominica I Adventus - Dominica in Palmis; lacunoso fra le cc. 136v-137r), cc. 139v-160v Commune sanctorum, 2. Antiphonarium (pars estivalis). Titolo attestato: Liber antiphonarii estualis, cc. 161r-173r Proprium de tempore (Pascha - Dominica IV post octavam Paschae), cc. 173r-251r Proprium sanctorum (Ss. apostuli Philippus et Andreas - in nativitate s. Nicholai), cc. 251r-256r Dedicatio Ecclesiae, cc. 256r-262r Antiphonae ab octava Pentecostes usque ad Adventum, cc. 262r-284r Responsoria (de libris Regum, Salomone, Iob, Tobia, Iudith, Esther; lacunoso fra le cc. 280v-281r), cc. 284r-288r Dominica de S. Trinitate, cc. 288v-292v In agenda mortuorum (mutilo), cc. 293r-300v Invitatoria notata (mutilo )
Note di provenienza
Il codice, prodotto e decorato in ambiente senese, vergato dallo scriptor Gratia, prete di San Donato e canonico senese, proviene dall'Opera del Duomo di Siena, giunto in Biblioteca nel 1761. Nell'inventario dei libri pervenuti dall'Opera redatto dall'abate Ciaccheri (ASS, Studio 102, Deliberazioni ed affari della Libreria, Inserto 6), il codice corrisponde al nr. 103. Il manoscritto è individuabile nel catalogo della Biblioteca redatto dallo stesso Ciaccheri "Indice primitivo dei manoscritti ... ", recante la segnatura XXXXII.A.18, dove si specifica "codex noster sanctae senensi ecclesiae inserviebat" (ms. Z.I.16, c. 235). A c. IVv, una dettagliata tavola del contenuto di mano moderna (forse la stessa cui si deve la numerazione).
Note all'esemplare
Il manoscritto è ritenuto databile entro l'arco cronologico 1201-1215 in base alle caratteristiche paleografiche e alle osservazioni sull'apparato decorativo (cfr. Klange Addabbo, Antifonario senese, 2007, pp. 83-94). Alle cc. 160v e 161r le sottoscrizioni del copista, eseguite in inchiostro rosso, che rispettivamente recitano: "Presbiter Gratia Sancti Donati Senensis canonicus hunc librum scripsit manibus suis ad honorem Dei et beati Donati episcopi et martiris. Deo gratias" e "Incipit liber antiphonarii estualis, quem presbiter Gratia ad honorem Dei et beati Donati manibus suis scripsit gratis". La compagine è il risultato dell'unione di due unità differenti ma coeve, vergate dalla stessa mano, probabilmente residuo di un ciclo liturgico diviso in "pars hiemalis" (cc. 1-160, fasc. 1-20) e "pars estivalis" (cc. 161-300, fascc. 21-39), al momento purtroppo fortemente lacunoso. Il corpus è stato assemblato nel sec. XV, quando una mano ha rinumerato i fascicoli, forse alterando la successione originaria, visto che la parte estiva (che si apre con un bifoglio) sembrerebbe, per allestimento, precedere quella invernale (rimasta del tutto priva di decorazione). Considerate l'unità del contenuto, le affinità codicologiche, l'epoca e l'identità della mano che verga i due testi, che sono le medesime, è stata realizzata per la descrizione del manoscritto un'unica scheda catalografica. Numerazione complessiva del manoscritto, moderna a inchiostro. Le cc. I-III, I'-III' sono cart. di restauro; c. IV, membr. antica; cc. I' e II', membr., di recupero, da un manoscritto liturgico del sec. XIII. Fascicolazione: 1-20(8); 21(2);22-24(8); 25(6); 26-36(8); 37(7); 38(5); 39(8). Si rileva sui primi 20 fascicoli costituenti la prima unità (cc. 1-160) e su quelli costituenti la seconda unità (fasc. 21-39, cc. 161-300) tracce della loro numerazione originaria. Tutti i fascicoli al momento della riorganizzazione della compagine, avvenuta presumibilmente nel sec. XV, sono stati rinumerati (I-XXXVIII). Il fascicolo 37 è un quaterno mancante del primo foglio; il fascicolo 38 è un ternione decurtato del foglio finale. Inizio fascicolo lato carne. Impaginazione: 38 [286] 98 x 30/7 [172] 6/70 (cc. 1-160); 28 [285] 112 x 30 [197] 57 (cc. 161-300). In entrambe le unità si rilevano rr. 56/ll. 11(56 righe tracciate e 11 scritte). Notazione musicale: Notazione neumatica su rigo di Do giallo e Fa rosso (ad eccezione di c. 161r, con notazione quadrata su teatragramma ad inchiostro rosso). Rigatura eseguita a colore. Scrittura: littera textualis del canonico Grazia di San Donato. Decorazione: la parte del manoscritto costituente la I unità (cc. 1-160) è priva di decorazione, offrendo solo spazi riservati e la rubricatura. La parte che coincide con la seconda unità (cc. 161-300) presenta: iniziali miniate a penna e istoriate (c. 224v), iniziali figurate (cc. 163v, 165r, 176r, 181r, 186r, 202v, 206r, 215v, 233v, 238v, 244r, 248r) o decorate (cc. 170r, 173v, 178r, 187r, 189v, 195r, 199r, 210v, 221r, 228r, 242r, 252r, 262r, 266v, 270r, 273r, 277v, 285r, 288v); rubricato. La decorazione, di scuola senese, per le sue caratteristiche legate alla tradizione umbro-romana è stata collocata tra la fine del sec. XII e l'inizio del sec. XIII da Garrison e da Berg, eseguita da un miniatore ritenuto privo di esperienze artistiche quanto piuttosto con la tendenza a copiare rozzamente iniziali viste in altri codici. In seguito Argenziano evidenzia come nella parte iconografica il codice sia arcaico, ma per altri aspetti sia invece estremamente innovativo, offrendo elementi che di fatto compaiono nella pittura senese solo nella seconda metà del sec. XIII (es. Madonna col Bambino a c. 215v). Queste innovazioni sono state colte anche da Klange Addabbo che descrive nel dettaglio l'apparato decorativo. La studiosa, in base alle caratteristiche paleografiche, propone per il testo e per la scrittura musicale l'inizio del sec. XIII; invece per la decorazione, osservando che questa è stata eseguita in un momento successivo alla scrittura, le colloca leggermente più tardi ma non oltre il 1215 (cfr. Klange Addabbo, Antifonario senese, 2007, pp. 83-94). Legatura di restauro, in assi nude e quarto di pelle; due bindelle di chiusura
Bibliografia
Ilari, Indice, 1846 ; V, 67 ; Garrison, Studies, 1964 ; I, 27 e III, 47 n. 2, 64, 81 ; Berg, Studies, 1968 ; 197, 218-219, 323 tav. 411 ; Baroffio, Iter Liturgicum, 1999 ; 239 ; Argenziano, Iconografia sacra, 2000 ; 35-38 ; Miniatura senese 1270-1420, 2002 ; 14 ; Klange Addabbo, Antifonario senese, 2007 ; 83-94 ; Alpigiano-Licciardello, Officium Sancti Donati, 2008 ; I, 24, passim
Livello del manoscritto
descrizione esterna