Tipo documento
Manoscritto
Responsabilita' secondaria
[Copista] Antonio : da Sansepolcro
Possessori e provenienza
Casini, Antonio <cardinale>, Opera del Duomo Siena
Data
1427 giugno 8-1428 marzo 29
Descrizione fisica
I, 347, I' carte : Membr. ; mm 357 x 265 (c. 63r)
Note generali
Missale. Titolo attestato: Incipit ordo missalis secundum consuetudinem romane curie, cc. 1r-6v Kalendarium, cc. 7ra-149ra Proprium de tempore (Dominica I Adventus - Sabbatus sanctus), cc. 149ra-150ra Rubricae generales, cc. 150ra-168va Ordinarium missae, cc. 169ra-224rb Proprium de tempore (Pascha - Dominica XXIV post Pentecosten), cc. 284ra-312rb Commune sanctorum, cc. 312rb-342va Missae votivae, cc. 342va-344vb Ordo ad faciendum aquam benedictam, cc. 345ra-345va Benedictiones (Agni, panis, vini, pomorum), cc. 346ra-346vb Missa pro conceptione Beatae Mariae Virginis (interrotto)
Note di provenienza
Il codice venne scritto negli anni 1427-1428 da Antonio di Angelo da Sansepolcro che si sottoscrive alle cc. 344vb-345ra, commissionato dal cardinale Antonio Casini (m. 1439; cfr. Eubel, I, 34) in occasione della sua nomina a cardinale avvenuta nel 1426. Il codice, inizialmente destinato per volontà testamentaria al monastero di S. Marcello in Roma, venne poi assegnato al Duomo di Siena. Il messale doveva servire per la sacrestia e qualora si fosse deciso di disfarsene sarebbe dovuto pervenire all'Opedale di S. Maria della Scala (cfr. Sani, Artisti e committenti, 1987, p. 495; Pezzo, Uno Messale nuovo e bello, 2021, pp. 100-105). Il manoscritto è identificabile negli inventari dell'Opera del Duomo a partire dal 1439: la dettagliata descrizione del volume offre l'indicazione dell'antica segnatura "80" e dell'originaria copertura in velluto azzurro: "… chuperto di veluto açuro chor afiviatoi d'ariento dorato, con più armi del Chardenale de Santo Marciello, dento nell'afibiatoi fietta açura ...". Negli inventari successivi, a partire da quello del 1446, il codice si trova descritto assieme ad altri due manoscritti appartenuti a Casini: un secondo messale identificato con il n. "LXXXIII" (coincidente con l'attuale ms. G.III.13) e un non meglio identificato Decretum (individuato con il n. "LXXXV") (Per gli inventari cfr. Butzek, Inventari, 2012). Nel 1761 i libri dell'Opera del Duomo pervennero presso la Biblioteca comunale; nel catalogo compilato nell'occasione dal bibliotecario Giuseppe Ciaccheri sono riconoscibili i due messali LXXX e LXXXIII (corrispondenti ai nn. 68 e 72), cioè gli attuali X.II.2 e G.III.13. Rimane qualche dubbio per l'identificazione del codice giuridico (“LXXXV”) con l'attuale K.I.10, per il quale la provenienza dall'Opera del Duomo è solo ipotizzabile per la presenza sul margine inferiore della carta iniziale di un numero (in questo caso “11”) che caratterizza molti di quei manoscritti.
Note all'esemplare
A c. 344vb "Explicit Missale secundum usum curie romane scriptum ad instantia Reverendissimi in Christo Patris et Domini Domini a miseratione divina tituli sancti Marcelli p(re)sbiteri cardinalis. Inceptum per me Antonium quondam Angeli de Burgo Sancti Sepulcri anno Domini M°CCCC°XXVII° die VIII° iunii et completum die XXIX martii anni XX°VIII°. Deo gratias". Numerazione moderna (sec. XIX); carte di guardia cartacee, moderne. Fascicolazione: 1(6); 2-16(10); 17(12); 18-34(10); 35(9); Il fasc. 17 è un quinterno con aggiunta di un bifoglio (cc. 162-163); il fasc. 35 è un quinterno privo dell'ultimo foglio; i fasc. 14 (cc. 127-136) e 16 (cc. 147-156) sono contrassegnati dalla segnatura a registro (n, p). Inizio fascicolo lato carne. Richiami orizzontali spesso entro cartigli Impaginazione: 30 [225] 102 x 35 [160] 70 - rr. 29/ll. 28 (c. 77r) Rigatura: a inchiostro; regime di foratura completo Scrittura: littera textualis su due colonne Decorazione: Pagina illustrata a c. 162v (Crocifissione); pagina ornata (c. 7r); iniziali istoriate; iniziali figurate; iniziali decorate; rubricato. Nel manoscritto riccamente miniato ricorre spesso lo scudo con lo stemma sormontato dal cappello cardinalizio del cardinale Casini, committente dell'esemplare. A c. 162v nella scena con la Crocifissione, assieme alla Madonna, a san Giovanni Evangelista e alla Maddalena, è rappresentato, inginocchiato ai piedi della croce, il cardinale stesso. La decorazione miniata, riferibile a un unico artista, non trova confronti significativi in ambito senese nonostante l'origine del committente sia chiaramente rispecchiata nel Kalendarium per la presenza di san Cerbone, protettore di Massa Marittima; la sua attribuzione a Nicola di Ulisse da Siena proposta da G. Chelazzi Dini infatti non ha trovato consenso. L'ignoto miniatore operante a Siena, ma influenzato dalla cultura tardogotica di area padana, sembra risentire dello stile di Michelino da Besozzo e di Belbello da Pavia. Nell'impaginazione delle carte figurate il codice presenta delle somiglianze, pur divergendone stilisticamente, con il messale Orsini della Biblioteca Apostolica Vaticana di poco precedente, Ms. Arch.Cap.S.Pietro.B.66 (cfr. Simonato, in Le arti a Siena, 2010, pp. 118-119). Legatura moderna in pelle su assi; sul dorso due tasselli incisi in oro recanti rispettivamente il contenuto e la datazione.
Bibliografia
Della Valle, Lettere sanesi, 1785 ; 245 ; Ilari, Indice, 1846 ; V, 73 ; Ebner, Quellen und Forschungen,1957 ; 257 ; Lusini, Duomo, 1939 ; 258 ; D'Ancona-Aeschlimann, Dictionnaire,1949 ; 11 ; Mostra storica miniatura,1953 ; 247 n. 386 ; Salmi, Miniatura italiana, 1956 ; 21 ; Rotili, Miniatura gotica,1968 ; II, 21 ; Van Os, Maria Demut, 1969 ; 49 ; Chelazzi Dini, Lorenzo Vecchietta,1977 ; 206-209 ; Garosi, Inventario della Biblioteca di Siena , 1980 ; I, 16-20 ; Gotico a Siena, 1982 ; 372-374 ; Art gothique Siennois, 1983 ; 329-333 ; Sani, Artisti e committenti,1987 ; 495-496 ; Panti, Musica nelle esequie, 2003 ; 296-297 ; Simonato, in Arti a Siena, 2010 ; 118-119 nr. A.40 ; Butzek, Inventari, 2012 ; passim ; Pezzo, in Bibliotheca selecta, 2014 ; 20 ; Pezzo, Messale nuovo e bello, 2021 ; 100-105
Livello del manoscritto
descrizione esterna