Lettere / Caterina da Siena
Tipo documento
Manoscritto
Titolo
Lettere / Caterina da Siena
Responsabilita' principale
Caterina : da Siena <santa>
Responsabilita' secondaria
[Finanziatore] Orlandini Perini Ottavia, [Compilatore] Caffarini, Tommaso, [Finanziatore] Orlandini famiglia, [Finanziatore] Perini Brancadori famiglia
Possessori e provenienza
Accarigi, Girolamo O.P., Convento di San Domenico O.P. Siena
Descrizione fisica
II, 120 (119), II' carte : Membr. ; mm 292 x 209 (c. 13)
Note generali
cc. 1ra-119vb Caterina da Siena, Lettere. Inc.: Sanctissimo et reverendissimo padre mio in Christo dolce Iesù io K. indegna et mirabile vostra figliola serva e schiava de' servi di Iesù Christo scrivo a voi nel pretioso sangue suo. Con desederio di vedervi pastore buono, considerando me, babbo mio dolce. Expl.: allora si vedeva Dio e huomo come si vedesse la chiarità del sole (mutilo; Meattini: Caterina da Siena, Lettere). | A c. 1ra: "In questo volume si contengono certa quantitade de epistole, le quali ne sono venute ale mani di quelle che la venerabile e amirabile vergine beata Katherina da Siena dell'ordine dela penitentia di misser san Domenico mandò a diverse persone di stato clericale e religioso e secolare (cassato: "secolare"), alquante epistole le quali la detta vergine mandò a diversi sommi pontefici e a papa Gregorio undecimo e a papa Urbano sexto"; segue l'intestazione della prima lettera: "Al nome di Iesù Christo crucifixo et di Maria dolce. Al nostro signore lo papa Gregorio undecimo". Il testo, palesemente mutilo, termina con l'epistola indirizzata a Raimondo da Capua (inc. "A voi dilectissimo e karissimo padre e figliuolo mio caro in Christo Iesù. Io K. etc. -- Con desiderio di vedervi affogato e abnegato nel sangue desso Figliuolo di Dio, el quale sangue è intriso con fuoco...": ep. 273) e si arresta a c. 119v con il richiamo cieco "e stava aperto". Le lettere trasmesse dal presente manoscritto sono, secondo l'edizione Meattini (Caterina da Siena, Lettere) le seguenti: nr. 196, 229, 185, 218, 239, 209, 270, 233, 231 (in latino), 238, 231, 255, 252, 285, 291, 346, 351, 302, 364, 370, 11, 7, 284, 293, 101, 177, 334, 341, 282, 94, 183, 88, 136, 3, 199, 24, 342, 59, 158, 261, 246, 189, 323, 39, 335, 169, 315, 141, 201, 150, 154, 4, 250, 109, 12, 22, 27, 67, 296, 322, 33, 34, 35, 56, 287, 76, 84, 37, 32, 172, 189, 203, 272, 267, 104, 102, 275, 100, 295, 219, 273 (mutila).
Note di provenienza
Il manoscritto insieme al suo "gemello" (ms. T.II.3) tramandano la trascrizione di 220 lettere appartenenti alla più cospicua raccolta caffariniana costituita da 294 epistole cateriniane, rappresentandone i testimoni più autorevoli. Il manoscritto T.II.2 contiene 81 lettere inviate ai religiosi, ma è incompleto poiché privo della sua seconda parte che riuniva altre 74 missive. La sezione mancante (lettere 82-155) è andata perduta dopo che fu spedita a Roma nel 1658 su richiesta di Papa Alessandro VII che desiderava esaminarla. Il secondo volume (ms. T.III.3) è integro delle sue 139 lettere indirizzate ai laici. I due codici sono accomunati oltre oltre che dal contenuto, dall՚identità di mano, di decorazione e dalla provenienza veneziana: la copia dei due volumi venne fatta eseguire dallo stesso Tommaso Caffarini prima del 1411 nello scriptorium veneziano del convento dei SS. Giovanni e Paolo. L՚esecuzione della copia dei due esemplari avvenne sotto il suo diretto controllo come confermano alcune note certamente autografe presenti su entrambi i codici. I due manoscritti giunsero in Biblioteca dal convento senese di San Domenico a seguito della soppressione nell՚anno 1785., A c. 1r, nel margine inferiore, la nota di possesso di S. Domenico (sec. XVI): "Conventus Sancti Dominici Campi Regii de Senis"; l'appartenenza al convento domenicano è ribadita dai timbri (cc. 1r e 10r) e dalla segnatura sulla controguardia ant. (sec. XVIII): "Plut. I.A.5". Sul dorso, un cartellino cart. con la segnatura precedente della Biblioteca senese (sec. XIX): "T.II.3"., Sulla controguardia ant. un foglio incollato con la notizia "questo dì 3 di luglio 1658" vergata dall'allora priore del convento senese di S. Domenico, fra Girolamo Accarigi, attestante l'invio a Roma di un "libro in foglio di carta pergamena, nel quale sono manuscritte una parte delle lettere di santa Caterina da Siena [...], collocate dentro una cassettina", su espressa richiesta del pontefice Alessandro VII (il senese Fabio Chigi), che voleva vederle "così nel suo originale"; secondo Iacometti (Manoscritti ed edizioni, 39-40 nr. 4) si tratterebbe della parte finale - purtroppo perduta - di questo manoscritto, in origine comprendente 155 lettere., A c. Iv, gli stemmi accollati delle famiglie Orlandini ("D'azzurro, a due bande ondate d'argento") e Perini Brancadori ("Di rosso, alla branca di leone posta in banda d'oro, tenente un ramo di palma dello stesso"), accompagnati al di sotto dalla nota a caratteri d'oro (sec. XVIII): "Ottavia Orlandini Perini Brancadori P(ro) S(ua) D(evotione)"; alle due famiglie si deve, presumibilmente, il rifacimento della legatura realizzata in velluto. A c. IIr, parimenti a lettere dorate, la medesima mano segna una lunga annotazione: "Questo volume contiene una raccolta fatta dal b.° Raimondo da Capua d'alcune epistole che s. Caterina da Siena scrisse a diversi pontefici, cardinali, prelati e persone ecclesiastiche. Vedi le prove autentiche di questo volume nel titolo della Leggenda latina della santa, che si conserva in questa sagrestia e custodia, dove fu riposto cogli altri nell'anno 1705, cavato dall'antico Archivio. Nel qual anno servì questo d'originale per la nuova impressione dell'opere di s. Caterina, correggendosi da molti errori le passate stampe".
Note all'esemplare
Numerazione ottocentesca ad inchiostro calante di un'unità per ripetizione del nr. 25 (segnata 25 bis); cartulazione originale a penna 1-120, esatta, dilavata e talora al limite della rifilatura, ma ancora in gran parte seguibile nell'angolo superiore destro. Guardie membr. coeve alla legatura (sec. XVIII). Fascicolazione: 1-15(8); tracce della segnatura a registro e della numerazione interna dei fascicoli ancora saltuariamente seguibili; Inizio fascicolo lato carne. Richiami orizzontali spostati al margine interno, decorati (ad eccezione di quello a c. 8v). Impaginazione: 27 [199] 66 x 23 [61 (14) 61] 50 (c. 13r) - rr. 37/ll. 36 (c. 13r) Rigatura eseguita a colore Scrittura: Una sola mano in littera textualis, la stessa che scrive anche il ms. T.II.3; maniculae e segni di nota; sporadiche postille marginali di altre mani corsive coeve (es. cc. 38v, 39r, 45v, 69r, 90r, 110r, 116v, 117v, 119r), fra cui quella di Tommaso di Antonio Nacci Caffarini (secondo Iacometti, Manoscritti ed edizioni, 39 nr. 4). Decorazione: Pagine illustrate (cc. 1r, 25v, 35v, 50v, 54r, 57r, 77r, 86v, 105r). Iniziale miniata a pennello fitomorfa (c. 1r); iniziali rosse filigranate d'azzuro e azzurre filigranate di rosso, alternate; rubricato. La decorazione, di scuola veneziana (cfr. Iacometti, Manoscritti ed edizioni, 39), è costituita da vignette poste all'inizio di ogni sezione della corrispondenza della santa, raffiguranti s. Caterina aureolata che distribuisce le sue lettere in forma di cartigli ai vari destinatari; solo lo prime due vignette, tuttavia, sono compiute, con coloritura originale a pennello (cc. 1r e 25v), mentre le altre sono rimaste a livello di abbozzo e successivamente ripassate ad inchiostro (tranne quella a c. 57r) ed acquerellate. Per la decorazione è perlopiù accettata l'attribuzione a Cristoforo Cortese, artista coinvolto sul finire del sec. XIV da Caffarini nell'illustrazione dei manoscritti prodotti nello scriptorium veneziano. Tale attribuzione non è condivisa da Lidia Bianchi che preferisce considerare i manoscritti realizzati da un gruppo di miniatori tutti legati al clima della miniatura veneziana di inizio Quattrocento, certamente influenzati anche da Cortese ma non identificabili con il miniatore. Legatura moderna (sec. XVIII), in velluto rosso su assi, due fermagli di chiusura in argento di cui uno solo conservato; dorso a 3 nervature semplici.
Bibliografia
Ilari, Indice, 1846 ; V, 170 ; Iacometti, Manoscritti ed edizioni, 1962 ; 39-40 nr. 4 ; Bianchi, Il carattere dottrinale, 1981 ; passim ; Bianchi, Santa Caterina da Siena, 1993 ; 490 ; Cavallini, Caterina da Siena, 1998 ; 20, 25 e n. 4 ; Nocentini, Lo "scriptorium" di Tommaso Caffarini, 2005 ; 97 ; Leonardi, Problema testuale, 2006 ; 77 e passim con la sigla S2 ; Fumian, Cristoforo Cortese, 2009 ; 101-109 ; Restaino, Copia e diffusione, 2017 ; 103-121 ; Parisi, Note dal censimento, 2017 ; 123-140
Livello del manoscritto
descrizione esterna