Lettere / Caterina da Siena
Lingua
italiano
Tipo documento
Manoscritto
Titolo
Lettere / Caterina da Siena
Responsabilita' principale
Caterina : da Siena <santa>
Responsabilita' secondaria
[Finanziatore] Savini, Caterina, [Compilatore] Caffarini, Tommaso, [Finanziatore] Savini famiglia, [Finanziatore] Gori Pannilini famiglia
Possessori e provenienza
Convento di San Domenico O.P. Siena
Data
[1401-1410]
Descrizione fisica
II, 165, II' carte : Membr. ; mm 290 x 208 (c. 13)
Note generali
cc. 1ra-165rb Caterina da Siena, Lettere. Inc.: Al nome di Yesù Christo e di Maria dolce. Karissimo padre in Christo dolce Iesù -- Io Katherina, schiava de' servi di Iesù Christo scrivo a voi nel pretioso sangue suo; con desiderio di vedere in voi uno vero e perfectissimo lume a ciò che cognosciate la verità. Expl.: altro non dico. Permane nela sancta dolce delectione di Dio Iesù dolce vero amore (Meattini: Caterina da Siena, Lettere). | Precede, a c. 1r: "Qui incominciano alquante dele pìstole mandate per la venerabele vergine beata Katerina da Siena a diverse persone secolari, huomini e donne di diversa condicione e stato. E prima alquante epistole per lei mandate a diversi re e a marchesi e a conti. Al re di Francia adì VI di maggio 1379". Si tratta delle lettere nnr. 350, 357, 372, 180, 170, 148, 313, 347, 259, 191, 349, 268, 207, 337, 230, 121, 311, 339, 149, 168, 253, 299, 258, 301, 279, 266, 193, 5, 244, 202, 343, 114, 254, 45, 107, 19, 216, 48, 338, 85, 359, 131, 171, 96, 157, 103, 128, 46, 178, 192, 186, 281, 212, 42, 269, 106, 99, 228, 329, 222, 369, 298, 298, 368, 324, 320, 83, 92, 17, 13, 47, 10, 363, 366, 62, 69, 294, 318, 303, 147, 232, 122, 236, 152, 179, 176, 289, 290, 249, 89, 274, 265, 190, 197, 156, 15, 362, 133, 143, 138, 145, 113, 112, 345, 264, 111, 115, 262, 155, 110, 116, 90, 314, 151, 161, 68, 31, 352, 162, 97, 144, 87, 356, 263, 340, 355, 360, 354, 353, 241, 163, 165, 166, 288, 251, 174, 91, 23 (cfr. Meattini: Caterina da Siena, Lettere).
Note di provenienza
Il manoscritto insieme al suo "gemello" (ms. T.II.2) tramandano la trascrizione di 220 lettere appartenenti alla più cospicua raccolta caffariniana costituita da 294 epistole cateriniane, rappresentandone i testimoni più autorevoli. Il primo manoscritto (ms. T.II.2) contiene 81 lettere inviate ai religiosi, ma è incompleto poiché privo della sua seconda parte che riuniva altre 74 missive. La sezione mancante (lettere 82-155) è andata perduta dopo che fu spedita a Roma nel 1658 su richiesta di Papa Alessandro VII che desiderava esaminarla. Il secondo volume (ms. T.III.3) è integro delle sue 139 lettere indirizzate ai laici. I due codici sono accomunati oltre oltre che dal contenuto, dall՚identità di mano, di decorazione e dalla provenienza veneziana: la copia dei due volumi venne fatta eseguire dallo stesso Tommaso Caffarini prima del 1411 nello scriptorium veneziano del convento dei SS. Giovanni e Paolo. L՚esecuzione della copia dei due esemplari avvenne sotto il suo diretto controllo come confermano alcune note certamente autografe presenti su entrambi i codici. I due manoscritti giunsero in Biblioteca dal convento senese di San Domenico a seguito della soppressione nell՚anno 1785., A c. I'v, in alto, un'annotazione della medesima mano corsiva , identificata con quella di Caffarini, che corregge anche il testo: "Ex correctione autem istius voluminis apparet qualiter epistule tres superfluunt utpote duabus vicibus ex errore transcripte; desunt autem quamplures que ad istud volumen pertinuissent utpote ex aliquibus concipi, sed ideo hic non sunt quia non venerunt ad manus". Alle cc. 165v e I'r, prove di penna vergate da mani quattrocentesche (la seconda trascrizione di un passo epistolare di Santa Caterina)., A c. 1r, la nota di possesso e la segnatura di San Domenico (sec. XVI): "Est conventus S. Dominici de Senis nr. 1[2?]04" (la segnatura risulta dilavata e di dubbia restituzione); l'appartenenza al convento domenicano è ribadita da una nota analoga, a c. 165r ("Conventus Sancti Dominici de Senis in Campo Regio"), e dai suoi timbri (cc. 1r, 10r). Sulla controguardia anteriore, in alto, la segnatura di San Domenico: "Plut.I.A.6". A c. Iv, gli stemmi accollati delle famiglie Gori Pannilini ("Inquartato: nel 1° e 4° d'azzurro, alla fascia accompagnata in capo da una stella a sei punte e in punta da una testa di leopardo, il tutto d'oro; nel 2° e 3° inquartato d'oro e d'azzurro, alla stella del secondo nel 1° e 4°, e al monte di sei cime del primo nel 2° e 3°") e Savini ("Di rosso, al monte di tre cime d'argento, sormontato da una stella a sei punte dello stesso, con il capo dell'Impero"), accompagnati al di sotto dalla nota a caratteri d'oro (sec. XVIII): "Caterina Savini ne' Gori Pannilini P.S.D."; alle due famiglie si deve, presumibilmente, il rifacimento della legatura realizzata in velluto. A c. IIr, la medesima mano settecentesca annota ancora a lettere dorate: "Questo volume contiene una raccolta fatta dal b.° Raimondo da Capua d'alcune epistole che s. Caterina da Siena scrisse a diversi gran potentati, repubbliche e persone secolari. Vedi le prove autentiche di questo manoscritto, nel titolo della Leggenda latina della santa, che si conserva in quest'istessa sagrestia e custodia, dove fu riposto nell'anno 1705 cogli altri, cavati dall'antico Archivio del convento, nel qual anno servì quest'originale per la nuova impressione dell'opere di s. Caterina, correggendosi da molti errori le passate stampe"., Sul dorso, un cartellino cart. con la segnatura precedente riferibile alla stessa Biblioteca comunale senese (sec. XIX): "T.2.4". A c. IIr, nel margine inferiore, una mano recente a matita annota la consistenza e i fogli miniati.
Note all'esemplare
Numerazione ottocentesca ad inchiostro estesa anche alla prima guardia posteriore, segnata 166; bianco c. 165v. Cc. I-II, guardie membr. coeve alla legatura (sec. XVIII); cc. I'-II', guardie membr. antiche (il bifoglio è al momento completamente staccato). Fascicolazione: 1-20(8); 21(6); il fascicolo 21 (cc. 161-165) è un originario quaterno, decurtato degli ultimi tre fogli, parzialmente segnalati dai talloni residui, ma senza lacune di testo. Tracce della numerazione dei fascicoli, della segnatura a registro e della numerazione interna ancora saltuariamente seguibili rispettivamente al centro del margine inferiore (cc. 17r, 25r, 33r, 41r, 49r, 65r, 113r, 121r) e in prossimità dell'angolo inferiore esterno, ma in genere in gran parte rifilati; inizio fascicolo lato carne. Richiami orizzontali spostati al margine interno, incorniciati Impaginazione: 26 [199] 65 x 27 [59 (16) 59] 47 (c. 13r) - rr. 37/ll. 36 (c. 13r) Rigatura eseguita a colore Scrittura: Una sola mano in littera textualis, la stessa del ms. T.II.2; saltuarie postille marginali di una minuta mano corsiva cui si devono anche le rare integrazioni testuali (es. cc. 35v, 47v, 50v, 64r, 152v), secondo Iacometti (Manoscritti ed edizioni, 40 nr. 5) probabilmente quella di Tommaso di Antonio Nacci Caffarini (cc. 79r, 93r, 96r97v, 99r, 100r, 111v, 112r-v, 113r, 115r, 125v), la medesima che segna la nota a c. I'v; maniculae e segni di nota. Decorazione: Pagine illustrate (cc. 1r, 19r, 35v, 53r, 70r, 83r, 108r, 121v, 138v, 149r). Iniziali rosse filigranate d'azzurro e azzurre filigranate di rosso, alternate; rubricato. La decorazione, di scuola veneziana (cfr. Iacometti, Manoscritti ed edizioni, 40 nr. 5) è costituita da 10 vignette - ciascuna posta ad apertura di ogni sezione - raffiguranti la santa aureolata che distribuisce le proprie lettere, in forma di lunghi cartigli, ai vari destinatari. Le illustrazioni sono semplici ma efficaci allo scopo di rendere comprensibile, la natura del messaggio, la spiritualità e la dimensione mistica della santa. Per la decorazione è perlopiù accettata l'attribuzione a Cristoforo Cortese, artista coinvolto sul finire del sec. XIV da Caffarini nell'illustrazione dei manoscritti prodotti nello scriptorium veneziano. Tale attribuzione non è condivisa da Lidia Bianchi che preferisce considerare i manoscritti realizzati da un gruppo di miniatori tutti legati al clima della miniatura veneziana di inizio Quattrocento, certamente influenzati anche da Cortese ma non identificabili con il miniatore. Legatura moderna (sec. XVIII), in velluto rosso su assi; due fermagli di chiusura in argento, dorso a tre nervature semplici. Piuttosto malridotta la legatura, soprattutto in prossimità del comparto superiore del dorso e della parte inferiore dei piatti, dove il velluto si è usurato lasciando visibili cuciture e legno; le guardie finali sono integralmente scucite e volanti, i fogli iniziali e finali hanno patito i danni (pur lievi) dell'umidità, con macchie, increspature e dilavatura dell'inchiostro; fori di tarlo.
Bibliografia
Ilari, Indice, 1846 ; V, 170 ; Iacometti, Manoscritti ed edizioni, 1962 ; 40-41 nr. 5 ; Cartotti Oddasso, Caterina Benincasa da Siena, 1963 ; 1040 ; Bianchi, Il carattere dottrinale, 1981 ; passim ; Bianchi, Santa Caterina da Siena, 1993 ; 490 ; Cavallini, Caterina da Siena, 1998 ; 20 ; Nocentini, Lo "scriptorium" di Tommaso Caffarini, 2005 ; 97 ; Leonardi, Problema testuale, 2006 ; 77 e passim con la sigla S3 ; Fumian, Cristoforo Cortese, 2009 ; 101-109 ; Restaino, Copia e diffusione, 2017 ; 103-121 ; Parisi, Note dal censimento, 2017 ; 123-140
Collocazione
T.II.3
Livello del manoscritto
descrizione esterna