Impresso a Siena

I testi dello Studium senese agli albori della stampa

Katia Cestelli

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Paolo di Castro, Lectura super sexto libro Codicis, Siena, Henricus de Colonia & socii, 1484, carta a2r, collocazione O II 010 [1]

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Paolo di Castro, Lectura super sexto libro Codicis, Siena, Henricus de Colonia & socii, 1484, carta B9v, collocazione O II 010 [1]

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Lucius Annaeus Florus, Epitomae rerum Romanarum, Siena, Sigismund Rot, per Henricus de Colonia, 1486-87, carta a1v, collocazione O VI 052

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Giovanni Battista Caccialupi, Repetitio legis "Admonendi" Digesti "De iure iurando", Siena, Lorenzo Canizzari, Jacopo Germonia, Luca Martini, Henricus de Colonia, 1484, carta f2v, collocazione O II 010 [2]

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Lorenzo Valla, Antidoton in Poggium; Apologus in eundem, Siena, Henricus de Harlem, 1490, carta a2r, collocazione N III 024 [2]

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Marco del Monte Santa Maria, Libro dei comandamenti di Dio del Testamento vecchio, Siena, Henricus de Harlem, 1494, carta a1r, collocazione M VI 034 [4]

L’avvento della stampa a caratteri mobili è stata una delle più importanti rivoluzioni tecnologiche, socio-culturali ed economiche della società europea nella prima età moderna e ha apportato considerevoli cambiamenti anche nel rapporto tra le università e il sistema di produzione dei testi destinati allo studio e all’insegnamento. La copiatura dei testi, in passato affidata a copisti professionali nell’ambito di un sistema strutturato e controllato dalle stesse università, fu, infatti, gradualmente sostituita da una produzione ottenuta con mezzi tecnici avanzati, che determinò la costituzione di imprese tipografiche commerciali e la formazione di nuove figure professionali spesso estranee all’ambiente universitario. La creazione seriale di un gran numero di copie identiche, prodotte molto più rapidamente e a un prezzo più basso, generò, inoltre, lo sviluppo di un nuovo commercio e il derivante formarsi di depositi librarii e di botteghe in numerose città universitarie.

A Siena l’attività tipografica prese l'avvio nel 1484 per iniziativa di tre professori dello Studium locale: Jacopo Germonia, docente di diritto civile, Lorenzo Canizzari e Luca Martini, insegnanti di diritto canonico. I tre, impegnati anche in varie funzioni pubbliche, si rivolsero al Concistoro per chiedere privilegi a favore della nascente arte tipografica con la motivazione che “allo Studio della città vostra era molto commodo havere copia di libri assai”. Questa richiesta, accolta dal Concistoro, che deliberò di presentarla al Consiglio del Popolo, da cui fu approvata, sancì l’avvio della prima impresa tipografica senese, che i tre professori “editori” affidarono allo stampatore tedesco Enrico da Colonia, tipografo che godeva di una certa fama, specializzato nella pubblicazione di opere giuridiche, già attivo in Italia a Brescia, Bologna e Modena.

 

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Il primo testo pubblicato a Siena da Enrico da Colonia fu la Lectura super sexto libro Codicis, commento al sesto libro del Codex giustinianeo di Paolo di Castro, giurista tra i più influenti del XV secolo. L'opera, stampata su carta proveniente dalle cartiere di Colle di Val d’Elsa, presenta una mise en page che evidenzia la continuità formale con i manoscritti destinati all'ambiente universitario: distribuzione del testo su due colonne, ampi margini per contenere le annotazioni, uso del carattere gotico, stesso sistema di abbreviazioni, presenza del colophon con le note tipografiche − eredità della subscriptio posta dagli amanuensi al termine dei manoscritti − assenza del frontespizio, che sarà gradualmente introdotto nella produzione a stampa con caratteri mobili solo agli inizi del XVI secolo.

 

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Nel 1486-87 si registra la sporadica comparsa a Siena del tipografo lorenese Sigismondo Rodt di Bitche, successivamente attivo in Italia anche a Pescia negli anni 1488-90. A Siena Sigismondo stampò per Enrico da Colonia un’edizione di un autore classico, le Epitomae rerum Romanarum di Lucio Anneo Floro. La pubblicazione è a cura dell'umanista bolognese Filippo Beroaldo il Vecchio, che compose l’epistola dedicatoria al condottiero e conte di Berceto Pietro Maria Rossi. Nella dedica, che figura anche nella precedente edizione dell’opera, stampata a Parma dal tipografo-editore Stefano Corallo da Lione nel 1476-78, Beroaldo dichiara di essersi indirizzato alla curatela delle Epitomae di Floro su suggerimento del tipografo lionese; nell'edizione impressa a Siena l’epistola dedicatoria è riproposta identica salvo che per un particolare, dovuto a un chiaro espediente di opportunità commerciale non raro nella tipografia antica: la sostituzione del nome del tipografo Stefano Corallo con quello dell’editore locale Enrico da Colonia.

 

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La produzione senese di Enrico da Colonia, di carattere quasi esclusivamente giuridico, fu per motivi di mercato necessariamente costituita da opere adottate nei programmi dello Studium senese, come i lavori di Giovanni Battista Caccialupi, professore di diritto civile a Siena dal 1452 al 1483, noto soprattutto come autore dell’opera Modus studendi, composta a Siena nel 1467. Due copie di opere del Caccialupi stampate da Enrico da Colonia sono conservate nella Biblioteca comunale degli Intronati: la Repetitio legis "Admonendi" Digesti "De iure iurando", a cura di Tommaso de' Pasturini da Pontremoli, impressa nel 1484 in società con Lorenzo Canizzari, Jacopo Germonia e Luca Martini e la raccolta di opuscoli De debitoribus suspectis et fugitivis, De pactis, De transactionibus, stampata nel 1486.

 

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Nel gennaio del 1489 lo stampatore di origine olandese Enrico da Haarlem avviò la propria attività a Siena, stampando, in collaborazione con il socio Giovanni Walbeck, l’opera del giurista senese Federico Petrucci Disputationes, quaestiones et consilia. L’anno successivo, dopo la conclusione della cooperazione con Giovanni Walbeck, Enrico da Haarlem pubblicò autonomamente a Siena l’Antidoton in Poggium, apologia composta dall’umanista Lorenzo Valla contro Poggio Bracciolini, che aveva criticato le sue Elegantiae. L’edizione è a cura di Fabritius Saccus, autore anche dell’epistola dedicatoria indirizzata a Biagio Piccolomini. Enrico da Haarlem, che in Italia aveva precedentemente esercitato l’arte dello stampatore a Padova, Ferrara e Bologna, svolse la propria attività a Siena dal 1489 al 1496, anno della morte, anch’egli dedicandosi quasi esclusivamente alla stampa di opere giuridiche in lingua latina usate nel locale Studium, tra cui diversi testi del docente giurista Giovanni Battista Caccialupi. Fa eccezione la stampa nel 1494 di un’unica opera in volgare di carattere devozionale, il Libro dei comandamenti di Dio del Testamento vecchio di Marco del Monte Santa Maria. Il testo, che aveva la finalità di indicare a un pubblico laico regole e comportamenti necessari al raggiungimento della salvezza individuale, appartiene alla categoria dei cosiddetti libri “di larga circolazione” (opere che circolavano in tutti i livelli sociali aventi una qualche dimestichezza con la cultura scritta, ma meno familiarizzati con il latino rispetto ai letterati tradizionali) e ne sopravvivono oggi soltanto due esemplari, quello senese e un’altra copia conservata presso la Bodleian Library di Oxford.

 

Bibliografia

Curzio Bastianoni − Giuliano Catoni, Impressum Senis, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1988; Curzio Bastianoni − Giuliano Catoni, Studenti, tipografi e librai a Siena fra Repubblica e Principato, in Lo Studio e i testi. Il libro universitario a Siena (secoli XII-XVII), catalogo della mostra (Siena, Biblioteca comunale, 14 settembre–31 ottobre 1996), a cura di Mario Ascheri, Siena, Protagon, 1996, pp. 183-192; Curzio Bastianoni − Giuliano Catoni, Gli incunaboli e lo Studio senese, in Siena bibliofila. Collezionismo librario a Siena su Siena, catalogo della mostra (Siena, Pinacoteca Nazionale, 29 novembre 2009–10 gennaio 2010) a cura di Gabriele Borghini, Daniele Danesi, Mario De Gregorio, Luigi Di Corato, Siena, Protagon, 2009, pp. 21-24; Lodovica Braida, Stampa e cultura in Europa, Roma-Bari, Laterza, 2000; Piero Scapecchi, Università e tipografia quattrocentesca: per un bilancio degli studi, in Lo Studio e i testi… 1996, pp. 179-182.