Disegni firmati di Crescenzio Onofri
e il “senso sonoro del paesaggio”
L’Estasi di santa Maria Maddalena – La Comunione di santa Maria egiziaca
Sant’Antonio abate e san Paolo eremita nutriti da un corvo – Paesaggio con pescatori in riva a un fiume nei pressi di una cascata e un pastore con gregge
Paesaggio con pescatori in riva a un fiume nei pressi di una cascata e un pastore con gregge
particolari con la firma di Crescenzio Onofri
Case di fronte alle montagne
Il ponte a due archi
Un uomo indica a Mercurio l’aquila di Giove
L’album E.I.4 contiene una preziosa e rara selezione di disegni di paesaggio. I fogli sono ancora completamente incollati alle carte azzurre del registro composto nel corso dell’Ottocento e giunto in Biblioteca nel 1886 con legato testamentario di Giuseppe Porri.
Sfogliando il volume colpisce un gruppo di disegni a penna, omogeneo per tratto esecutivo e impostazione compositiva. A una attenta osservazione dei fogli, scopriamo che tre di essi nascondono – tra sassi e piccoli ciuffi d’erba – la firma del paesaggista romano Crescenzio Onofri (Roma 1632 ca.-Firenze post 1715).
I primi due disegni firmati in basso a destra con la sigla “Cres.” si trovano alle carte 9 e 10; sono di analogo formato e incorniciati da una sottile linea al tratto. Raffigurano L’Estasi di santa Maria Maddalena e La Comunione di santa Maria egiziaca; in entrambe le scene le sante eremite e penitenti sono immerse in un paesaggio boscoso fitto di vegetazione: grandi alberi frondosi o le rocce in primo piano fanno da quinta alle composizioni in cui le figure sacre sono parte integrante della vegetazione che si muove come agitata da aliti di vento. Il segno è rapido, deciso e carico di inchiostro. Per analogia di soggetto, di formato e di tratto si deve avvicinare a questi due disegni anche il foglio a carta 1 seppur non firmato, raffigurante Sant’Antonio abate e san Paolo eremita nutriti da un corvo.
Il terzo disegno firmato è incollato alla carta 16 del registro ed è firmato quasi per esteso “Crescen.o” su una roccia in basso a sinistra. Raffigura pescatori in riva a un fiume nei pressi di una cascata e un pastore con gregge. Anche in questo disegno due alberi a destra fanno da quinta e i personaggi si perdono quasi nella complessità del paesaggio in cui il corso d’acqua, i cespugli, le rocce e le nuvole del cielo sono gli autentici protagonisti della rappresentazione. L’immediatezza del tratto a penna, l’intensità dell’inchiostro che degrada verso il fondo sono una caratteristica della mano di Crescenzio Onofri. Del tutto assimilabili a questo disegno sono i due paesaggi alle carte 13 e 15.
Fanno parte del registro E.I.4 anche due disegni già conosciuti dalla critica e preparatori per due incisioni dell’Onofri: Case di fronte alle montagne a carta 3 e Il ponte a due archi a carta 14, entrambi tradotti all’acquaforte (cfr. Francesca Mariano, Crescenzio Onofri. Catalogo delle acqueforti, “Grafica d’Arte”, 91, 2012, p. 15). Tra le incisioni del fondo Ciaccheri della Biblioteca si conserva di Onofri anche Uomo indica a Mercurio l’aquila di Giove, F/2.I.2, c. 77v (cfr. Mariano, cit., p. 20).
Il maestro si formò a Roma a stretto contatto con Gaspar Dughet e lavorò per alcune delle più importanti famiglie romane. Intorno al 1689 si trasferì a Firenze divenendo pittore di corte di Cosimo III. Qui continuò a lavorare come paesaggista collaborando con alcuni maestri della corte medicea come Livio Mehus, Cesare Dandini, Alessandro Magnasco.
Fu maestro di paesaggi d’invenzione e tra i pochi in grado di tradurre sulla carta quel “senso sonoro del paesaggio” (Alfredo Petrucci, 1956), espresso attraverso vibrazioni grafiche che riescono a tradurre e a suggerire all’osservatore il sibilo del vento che muove o ha appena mosso le fronde degli alberi o le nuvole.